Giacinto Giglio
L’attualità della carta di Gubbio per la tutela dei centri storici
Abstract
Lo studio voleva verificare cosa è stato attuato della Carta di Gubbio per la tutela dei Centri Storici del 1960. La Carta nacque su iniziativa di 50 comuni promotori e di famosi urbanisti, un documento di principi per la salvaguardia e il risanamento dei centri storici che prevedeva: Ricognizione e classificazione dei CS, inserimento dei CS nei PRG, Piani di Risanamento Conservativo come speciali Piani Particolareggiati speciali per i CS con un’attenzione particolare agli aspetti socio-economici. La valutazione dei piani di risanamento, per omogeneità di giudizio, doveva essere affidata ad una commissione regionale ad alto livello. Sempre nella Carta si auspicava in ogni caso l’emanazione di una legge generale per finanziare il censimento dei CS, programmare operazioni nazionali, affidare ai comuni l’attuazione dei Piani esecutivi, formazione dei comparti e consorzi obbligatori, mutui agevolati ai comuni. I predetti principi si pensavano in ogni caso rientrassero nel Codice dell’Urbanistica che si stava per emanare.
I principi della carta sono confluiti nelle norme della: “legge ponte”, nel DM 1444/68, nella Carta del restauro, nella L.457/68 e poi l’intera materia è stata delegata alle regioni con il DRP 616/77. Nella nostra regione non c’è stata una classificazione dei centri storici, ma solo studi parziali o indiretti come quello dello IASM 1988 sui PRG, non c’è stato l’inserimento dei CS nei PRG perché al 2000 ben 157 comuni su 258 avevano un PdF, non vi sono stati vincoli di tutela paesaggistica (ex L.1497/39) e solo comune di Alberobello ha tentato un vincolo monumentale (ex L.1089/39). La prima legge regionale emanata per la tutela dei CS è stata quella per i trulli di Alberobello nel 1979, poi sono state emanate altre leggi rispettivamente: per acquisire immobili nei centri storici da parte dei comuni da destinare a servizi, la LR 56/80 che definisce i contenuti dei piani di recupero e leggi regionali per il recupero d'immobili da parte dei privati da locare.
Mentre oggi assistiamo a fenomeni di spopolamento dei CS di comuni interni montani e terziarizzazione dei comuni costieri spopolati dai residenti e invasi dai turisti e attività commerciali, i grandi centri storici dei capoluoghi di provincia presentano fenomeni di terziarizzazione di alcuni assi viari o dei margini e di degrado delle parti interne. Anche se Bari è stata interessata dai finanziamenti del PIC Urban I, il comune di Mola di Bari e Taranto con Urban II, si è anche studiato un Progetto regionale Hospitis che prendeva la ricettività diffusa in alcuni CS minori: ma questo ha portato ad alcun intervento concreto. Resta un problema di contrasto tra tutela e sicurezza per i comuni sismici del Gargano e del Sub Appennino Dauno. Dal 2011, le norme regionali hanno riguardato solo la ricettività diffusa in centri storici, attività di B&B, albergo diffuso e interventi di recupero “Borghi più belli d’Italia” in Puglia. Ed anche in finanziamenti PO FESR 2007-2013 si sono incentrati sulla Competitività e attrattività di città e sistemi urbani di comuni medio -piccoli ha puntato sull’arredo urbano di strade e piazze o al restauro di singoli beni e non nel recupero di tessuti urbani. Nel 2015 il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) ha introdotto il concetto di Città consolidata, che va oltre il 1860 della L. 765/67 arrivando a comprendere le urbanizzazioni compatte prima del 1950.
Oggi a 57 anni dalla carta di Gubbio la tutela, il recupero e la valorizzazione dei centri storici “minori” non può essere affidata ai vecchi Piani di recupero o tanto meno assicurata dai nuovi “programmi complessi” (Pirp, Print, Pru, Priu, ecc.). Sarà necessaria una “tutela urbanistica” che comprenda il particolare valore dei CS storici quali beni culturali “d’insieme”, ma anche come beni paesaggistici. Servono Piani Strategici per la valorizzazione della città storica che sono stati promossi UNESCO, come modello italiano di sviluppo locale sostenibile applicato ad alcune città medio - grandi del Nord. Sarebbe interessante applicare il modello dei Piani strategici per la valorizzazione ai Centri storici e alla valorizzazione dei piccoli comuni.
Curriculum
Architetto, urbanista specializzato in Pianificazione Ambientale e restauro dei monumenti
- Ha lavorato presso un’azienda d’ingegneria del territorio
- Collabora con l’Istituto di Costruzioni Rurali della facoltà di Agraria di Bari, dove ha seguito il Dottorato di Ricerca in “Costruzioni agricole ed assetto del territorio”
- È tecnico catalogatore e Ispettore Onorario della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali della Puglia per il comune di Ostuni
- Ha fatto parte della Commissione Regionale per il Paesaggio ambito BR-LE-TA
- Impegnato in attività delle associazioni ambientaliste da un trentennio, ha ricoperto diversi incarichi regionali tra i quali: Componente della “Partnership di Consultazione” per il programma regionale LEADER II
- E'stato Rappresentante ONG Ambiente nel Comitato di Sorveglianza del POR/PO Puglia dal 2000 a 2013.
- E’ stato componente del comitato tecnico coordinamento della Conferenza per la perimetrazione del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, componente del Comitato Tecnico di controllo centrale ENEL di Brindisi, ha collaborato alla redazione di piani regolatori comunali e attualmente fa parte dell’Ufficio del nuovo Piano Regolatore Generale di Ostuni
- Ha partecipato a concorsi d’idee,mostre,convegni
- Ha progettato e realizzato opere pubbliche nel settore del restauro di monumenti e dell’architettura dei giardini
- Ha collaborato alcune riviste locali, ha realizzato diverse pubblicazioni, su stampa scientifica, in tema di urbanistica, pianificazione territoriale, beni culturali e paesaggistici
- È attualmente docente ordinario di Tecnologie e Tecniche di Rappresentazione Grafica presso l’ITI “M. Panetti” di Bari
- Attualmente Consigliere Nazionale di Italia Nostra onlu, delegato di settore Consiglio Regionale della Puglia ed impegnato nella sezione di Bari.